sabato 30 luglio 2016

Nuvole

Stava seduto sull'uscio della terrazza, rigirandosi un grappino di serpoul tra le mani. Le nuvole sopra l'Agner gonfiavano il petto in continuazione per poi ritornare lievi scaricando tutto il loro carico acqueo sopra le vite disgraziate della gente al piano . Quelle nuvole oggi avevano deciso di dare un party sopra le montagne rendendo sconsigliabile avventurarsi in montagna.
Bevve un altro sorso di grappa e il gusto del serpoul li sali nelle narici e gli arse in gola riportandolo con la mente in alto, alle terre alte, e all'ultima volta che era salito in paradiso con il suo amico.
Era il 29 di un dicembre strano, avaro di neve e freddo, erano saliti presto, come è d'uso tra chi va spesso in montagna e trovandosi loro malgrado ignari capi spedizione di una comitiva di 9 persone.
Se ne accorsero solo quando posarono lo zaino al cospetto della distesa dei Piani Eterni, sentendo voci umane festose e bonaccione alle loro spalle e che fecero muovere i camosci che si erano accoccolati nei prati ai piedi dei pendi erbosi.
Le nuvole quel giorno erano rade, un sole e un cielo azzurro rendevano surreale quell'ultimo martedì dell'anno, mentre oggi le nuvole cambiavano continuamente forma, facendo si che la fantasia di una ragazza vedesse in loro animali e altre sembianze. Per lui, quelle nuvole dall'apparenza cosi leggere lo avevano schiacciato in basso, non permettendoli di poter elevarsi con lo spirito e il corpo lassù dove i camosci saltano tra le rupi fregandosene del tempo che passa inesorabile. Il grappino orami era evaporato dal bicchiere a forza di rimuginare pensieri troppo complessi e scollegati tra loro; il suo sguardo torvo non riusciva ad abbandonare la silhouette delle montagne di fronte a lui. Già! i camosci...
Quel giorno, dopo aver lasciato la comitiva dei festanti montanari, si erano avventurati sui sentieri sopra la piana ed erano capitati letteralmente in mezzo al branco dei camosci di Erera-Brendol. Avevano, senza volerlo, creato scompiglio e un fuggi fuggi generale verso quote più alte e irraggiungibili delle mamme e dei piccoli dell'anno. Solo una non scappava, la matriarca, la camozza anziana gli teneva sotto tiro, fissandoli negli occhi senza cedere di un millimetro. No, non avrebbe permesso che il branco potesse cadere trappola di due montanari della domenica. Una volta che il turbinio di corna uncinate si placo con tutte le madri e i piccoli al sicuro prese un sentiero conosciuto solo a lei e si mise al riparo fischiando decisa verso gli intrusi.
Quanti erano? uno, duo, tre...ne conto, meravigliato, una ventina forse di più, uno spettacolo a cui aveva assistito poche volte.
Si alzo dalla sedia della terrazza e barcollando rientro in casa, ora le nuvole avevano lasciato spazio al tramonto che come ogni sera stava dipingendo di rosa le Dolomiti. Chissà dove erano andate le nuvole, si erano dissolte o avevano varcato gli oceani come aveva fatto il suo amico quando la primavera del nuovo anno stava facendo sbocciare i narcisi nei prati? Sapeva che stava  inseguendo un sogno e una di quelle opportunità che capitano una volta sola ma gli mancava, quando saliva in solitaria sulle montagne che tanto amavano e gli mancavano le chiacchiere stupide e i discorsi semi-seri che sempre facevano. Sapeva pero che si sarebbe ritrovati, magari dopo esistenze o vite intere, perché erano Amici!