sabato 3 novembre 2018

Dopo la bufera

Il piccolo aviatore delle rapide è ricomparso sulle sponde del Veses non più ingrossate dalla bufera del 29 ottobre. Piano piano gli abitanti del nostro piccolo mondo iniziano a riprendere i loro spazi, la vita ricomincia lì dove tutto era burrascoso. Da dietro le nuvole il Pizzocco  da muto guardiano alla valli a lui affidate, guarda gli uomini giù in basso, indaffarati a far tornare la Val Belluna, la Val Agordina, la Valle del Cadore e la Val di Zoldo belle come erano.

giovedì 1 novembre 2018

Niente è per caso

I raggi pallidi del sole invernale svegliarono Jonas, che stancamente, usci dal sacco a pelo indolenzito e con gli occhi sporchi di sonno e della sbornia di genepì della sera prima. Si mosse nella stanza del bivacco come si muoverebbe un albero nodoso che iniziasse a camminare proprio in quel momento. Fuori dalla finestra una luminosa giornata invernale faceva cantare le cince sugli alberi, scoiattoli cercavano tra la neve qualcosa da sgranocchiare al sicuro sugli alberi e un picchio muratore era sull'attenti aggrappato ad un vecchio albero morto.
Scese nella cucina del bivacco per riattizzare il fuoco della sera prima mentre aspettava  che il fornello a gas scaldasse l'acqua per il tè.  Guardò fuori dalla finestra, un magnifico deserto di bianco gli si parava di fronte: "quanto sarebbe bello poter condividere tutto questo con qualcuno che capisca questa bellezza?" pensò mentre l'acqua nel pentolino cominciava a bollire.
Assorto nei suoi pensieri, sorseggiava lentamente il tè caldo, quando da fuori sentì abbaiare; si destò e guardò fuori. Un cane, un setter bianco e nero, avanzava saltando nella neve alta; poco più dietro un esile figura femminile lo seguiva arrancando nella neve con uno zaino più grande di lei.
La curiosità lo spinse ad uscire fuori dal bivacco per organizzare un maldestro comitato d'accoglienza; dopo la serata a bere grappa e a meditare sul passato era tutto tranne che presentabile.
All'ingresso del bivacco Ingrid, se lo trovò di fronte, affascinante a modo suo con i capelli in disordine e l'aria vissuta di chi ne ha appena scappate delle belle. Lo salutò con un timido sorriso ed entrò, infreddolita, nel bivacco.
Ciao- disse lui.- ben arrivata quassù. Ho un pò di tè avanzato; ne vuoi? 
Annuì con la testa, finalmente si sarebbe potuta scaldare dopo aver respirato l'aria fredda invernale per tutta la salita. Jonas si fermò a guardarla, mentre in silenzio beveva dalla tazza fumante, guardando fuori dalla finestra l'altopiano candido e immobile. Profumava di buono, di una bellezza rara, con i capelli scuri lisci fino alle spalle e occhi azzurri cristallini, di quelli che fanno ammattire d'amore un uomo. Il setter gli aveva appoggiato il muso in grembo per farsi coccolare dolcemente. Jonas si ritrovò a fissarla imbambolato con la bocca aperta.
Cosa guardi? gli domandò lei. 
Niente, le rispose mi stavo domandando cosa ci facesse una ragazza come te, quassù in mezzo al nulla. 
Quello che fai tu, scappo. Scappo da una vita troppo frenetica e frivola, quassù in mezzo a questo silenzio finalmente riesco a non sentire la confusione che ho dentro e a capire le mie emozioni. 
Come poteva aver capito così tanto di lui da uno sguardo?  Jonas d'istinto la abbracciò forte, stringendosela stretta, lei ricambiò quell'abbraccio; era forse quello che aveva bisogno da tempo ma che non riusciva ad ammettere di avere bisogno?
Parlarono a lungo tutto il giorno, delle loro passioni, del bisogno viscerale della solitudine delle cime dolomitiche, di posti da visitare e di avventure che sarebbe stato bello fare in due.  Senza che se ne accorgessero giunse la sera colorando la volta celeste di blu scuro, punteggiato da tante stelle luminose. Uscirono dinanzi alle montagne attorno al bivacco, granitiche guardiane in veglia su di loro quella notte, in cui anche il cielo pareva lacrimasse di gioia alla vista di questi due ragazzi mentre si scambiavano il loro primo bacio tenendosi per mano.
Quella notte Jonas e Ingrid si amarono più volte, stretti sotto le coperte, in un abbraccio sperato dopo  tanti mesi di precarietà e instabilità affettiva.
Jonas, quella notte, ritrovò pezzi di se stesso che credeva aver perso lungo la via, pensò che il fatto che si fossero incontrati, quassù, in mezzo al candore della neve, non fosse un imprevisto.
"Niente è per caso- le disse- tutto quello che accade è un riflesso delle nostre azioni. Non so cosa sarà Noi dopo questa notte, ma adesso mi fai sentire di nuovo vivo come da tempo non lo ero" 
L'oscurità limpida e invernale, mostrava in tutto il suo splendore la via lattea, cosi imponente che sembrava potesse cadere sul mondo da un momento all'altro; ma non quella notte,  quella notte, due stelle si fusero  dando inizio a un nuovo mondo.