3x10


Il mio amico fa colazione con me e una volta finita, torna a dormire come suo solito. Un cane atipico.
Scatta per una busta di biscotti ma rimane impassibile davanti ad un guinzaglio e alla possibilità di fare un lungo giro in montagna.
La meta di oggi è il bivacco Greselin situato nel gruppo del Duranno in val Cimoliana; l'obbiettivo è riuscire a fotografare gli stambecchi in questo angolo selvaggio delle dolomiti friulane.
Dopo aver convinto Till che oggi sarà una bella giornata per entrambi e averlo fatto desistere dal tornare a dormire, partiamo alla volta di Cimolais, salendo verso Longarone e la diga del Vajont. La strada la conosco, l'ho percorsa un paio di volte in bicicletta, ma questa volta butto un occhio più attento sull'immensa frana del monte Toc facendomi mille domande sulla stupidità di ingegneri e speculatori e sulla tragedia umana di 50 anni fa. Arrivati a Cimolais dopo qualche chilometro lungo la Val Cimoliana lasciamo l'auto al ponte Compol e ci incamminiamo verso il bivacco Greselin in un posto che è già magico fin dai primi momenti.
I primi 45 minuti sono facile mulattiera di montagna in mezzo al bosco. Non c'è anima viva. Proseguiamo passando una prima volta il torrente Compol aiutati dagli ometti di roccia lasciati da altri escursionisti; il sentiero è rotto e la traccia sarebbe impossibile da seguire senza questa solidarietà tra gente di montagna. Continuiamo e la traccia si fa via via più difficile, da mulattiera diventa sentiero, da sentiero a sentiero pieno di radici e mi accorgo che gli scarponi fanno fatica a tenere l'aderenza. Passiamo un'altra volta il torrente Compol a circa 1200m slm. Siamo sotto ad una fantastica cascatella che nei secoli ha scavato la roccia creando dei cadini e dei salti d'acqua. Tiriamo il fiato e sopra la cascatella si vede la cima del Duranno che fa capolino avvolta dalla luce dell'alba.


Sono al limite della sopportazione, mi dico di continuare ancora per 20 minuti e poi tornare indietro, ma la montagna mi sta solo insegnando ancora una volta la perseveranza contro le difficoltà della vita. Dopo 20 minuti uno sguardo al GPS mi conferma di essere quasi alla fine delle mie fatiche e fatti ancora alcuni passi ecco che mi appare, in tutto il suo splendore rosso metallizzato arrugginito, il bivacco!
Prima di arrivare alla meta devo passare un tratto dove il sentiero si fa stretto ed esposto da entrambi i lati e affrontare una frana che si è letteralmente mangiata una parte di montagna e il sentiero stesso.




Grande Claudio sei unico! La tua passione per la montagna e per la fotografia suscita sempre un atmosfera unica ed incredibile. Continua cosi;)
RispondiEliminaUn servizio da mandare in onda su Geo & Geo o Discovery, complimenti Claudio sei un grande , io non ci riuscirò mai , magari mi porti qualche stambecco più in basso
RispondiEliminaA parte le battutaccie ti ammiro per l'amore che hai per la montagna e per la natura . Ciao
Grandissimo Claudio, bellissimo servizio e bellissime foto, belle le parole e le emozioni che riesci a trasmettere, continua così
RispondiEliminaBellissimo racconto. Stesse emozioni vissute a distanza di anni. Gli stambecchi si sono fatti desiderare, così come il Bivacco che sembrava non arrivare mai...svegliarsi in questo posto sperduto nel nulla invece è stato a dir poco magico.
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