Undicimila piedi
Mi chiamo Pietro e sono un pilota. L’altimetro segna undicimila piedi sul livello del mare. Appena sotto di me si staglia il profilo di montagne a me care. Sto cavalcando un razzo con le ali. Il suo rombo sta sconquassando la quiete delle montagne. Eppure a me piace quando la missione di addestramento della giornata mi manda quassù dove sono nato, una primavera di venticinque anni fa. Riconosco il profilo delle vette del Focobon e del Mulaz che sfilano sotto la carlinga del mio Fiat G91. Spingo aventi la manetta, la pressione si fa sentire sul mio corpo. Pochi secondi e passo sopra la valle che si apre ai piedi delle cime. Vorrei scendere e andare a salutare la nonna, che non è mai riuscita a vedermi in tuta da aviatore. Penso sarebbe orgogliosa di me e di dove sono arrivato, a cavalcare un razzo con le ali da svariati milioni di lire. Non sarebbe contenta di sapere che il mio aereo può sganciare bombe, lei che ha vissuto la guerra con i tedeschi in casa. Faccio una rapida cabrata vira...